Eccomi arrivata a Ken Follet. Avevo già letto qualcosa di suo, anni fa e mi era piaciuto.
Questo romanzo è veramente strabiliante: molti personaggi, tutti importanti, mille storie e tante informazioni storiche. L'amore non guasta mai e c'è il sapore epico delle storie che durano tutta la vita e collegano più generazioni (nel complesso fa un po' "saga").
C'è tutto! Gli ingredienti per un gran bel leggere!
Sarà il momento particolare, sarà la voglia di rinnovamento, ma da subito questo libro mi ha conquistato, da pag. 106 (dell'edizione economica) in cui ho trovato la frase: "Non era la fine dei problemi, ma era l'inizio della soluzione"... da imprimere su un post-it bene in evidenza!
Ecco, da tenere conto che tutta la "soluzione" dura qualcosa come altre 924 pagine!!!
Quindi a chi vorrà cimentarsi... buon viaggio! Ma ne vale veramente la pena!
lunedì 3 settembre 2012
domenica 2 settembre 2012
Suite Francese
Innanzitutto Grazie alla mia zia Lucia per avermi prestato questo libro e avermelo consigliato. Come mi aveva detto, contiene descrizioni di paesaggi, di scorci e ambienti davvero romantici e "rasserenanti".
Però ci sono anche tante storie in questo romanzo... tanti punti di vista che si intrecciano, non si fa in tempo ad affezionarsi ad un personaggio che incontra sulla sua strada qualche avventura e poi si può cogliere il punto di vista dell'altro e cambiare ancora via di seguito con altri gruppi familiari più o meno numerosi.
E' un po' come fare un campionamento casuale in un gruppo di persone e osservare cosa accade e come si collega con gli altri appena osservati.
Solo nella seconda parte del romanzo ci si ferma sulla storia di Lucile e del tedesco che occupa la sua casa. Anche in questo caso, però, pur avendo a che fare con meno personaggi, dal punto di vista quantitativo, si affrontano tanti punti di vista, tante emozioni anche contrastanti, momenti in cui si sente "pesare" il contesto storico e sociale misti ad altri momenti in cui ci si potrebbe trovare ovunque in qualsiasi momento.
Tanti i livelli di riflessione, da quello romantico a quello sociale e politico, passando per l'analisi storica e biografica dell'autrice. Il romanzo non ha una vera e propria conclusione, rimane un'opera incompiuta perchè l'autrice viene deportata in un campo di concentramento.
Il marito la definisce "una ebrea che non ha mai scritto contro i tedeschi" per tentare di liberarla. Non funziona. Non che non sia vero, Irène è veramente una ebrea che non scrive male dei tedeschi, ma una volta imprigionata, non avrà scampo.
Comunque la sua scrittura è obiettiva, a tratti addirittura crudele nel descrivere le piccole meschinità in cui certamente si incappa in tempi di guerra, di carestia, di panico e di crisi. Un ottimo campionario di varia umanità.
Però ci sono anche tante storie in questo romanzo... tanti punti di vista che si intrecciano, non si fa in tempo ad affezionarsi ad un personaggio che incontra sulla sua strada qualche avventura e poi si può cogliere il punto di vista dell'altro e cambiare ancora via di seguito con altri gruppi familiari più o meno numerosi.
E' un po' come fare un campionamento casuale in un gruppo di persone e osservare cosa accade e come si collega con gli altri appena osservati.
Solo nella seconda parte del romanzo ci si ferma sulla storia di Lucile e del tedesco che occupa la sua casa. Anche in questo caso, però, pur avendo a che fare con meno personaggi, dal punto di vista quantitativo, si affrontano tanti punti di vista, tante emozioni anche contrastanti, momenti in cui si sente "pesare" il contesto storico e sociale misti ad altri momenti in cui ci si potrebbe trovare ovunque in qualsiasi momento.
Tanti i livelli di riflessione, da quello romantico a quello sociale e politico, passando per l'analisi storica e biografica dell'autrice. Il romanzo non ha una vera e propria conclusione, rimane un'opera incompiuta perchè l'autrice viene deportata in un campo di concentramento.
Il marito la definisce "una ebrea che non ha mai scritto contro i tedeschi" per tentare di liberarla. Non funziona. Non che non sia vero, Irène è veramente una ebrea che non scrive male dei tedeschi, ma una volta imprigionata, non avrà scampo.
Comunque la sua scrittura è obiettiva, a tratti addirittura crudele nel descrivere le piccole meschinità in cui certamente si incappa in tempi di guerra, di carestia, di panico e di crisi. Un ottimo campionario di varia umanità.
giovedì 26 luglio 2012
Il circo della notte
FANTASTICO!
Un libro stupendo, magico, avvincente, che non finisce mai...
Mi piacciono questi stili di scrittura, con qualche colpo si scena, il giusto romanticismo, tante emozioni e un po' di mistero. Un libro da scoprire, proprio come il circo, offre tanti spunti, tante attrazioni.
La magia è un trucco o è proprio magia ma preferiamo pensare che non esista per non doverla temere?
E poi i ritorni ciclici, rassicuranti, in cui i personaggi si riconoscono perchè compiono le stesse azioni, si presentano nelle medesime occasioni, le abitudini a cui siamo tanto legati che ci danno tanta tranquillità. La continuità che perdura da individuo a individuo, di padre in figlio, anche senza un vero legame di sangue, per il solo fatto di condividere un mondo sul quale si passeggia tutti alla ricerca dell'attrazione che ci emoziona di più.
"Ti saluta con un gesto della mano, un gesto misurato e amichevole, per assicurarti che tutto va bene. (...) Che ti trovi esattamente nella posizione di molti altri prima di te, sotto le stelle già evanescenti e le luci scintillanti".
Che bello essere un mago, una illusionista o forse una contorsionista, una cartomante, un trapezista... che bello poter leggere il passato per raccontare storie o il futuro per guidare gli eventi... che bello poter essere un rèveurs che insegue "le cirque des rèves"!
"Sei nel posto giusto al momento giusto, e te ne importa abbastanza per fare ciò che è necessario. A volte basta questo".
E poi la storia d'amore!!!! Mi ha rapito. E in parte mi ha riportato a un passato in cui qualcuno mi rapì allo stesso modo, togliendomi il fiato.
"Tutt'intorno l'aria turbina in tempesta, spalancando le porte a vetri del giardino in un fluttuante viluppo di tende"
Assolutamente da leggere!
Per chi ne avrà nostalgia dopo la lettura segnalo il sito www.ilcircodellanotte.it con qualche contenuto interessante (l'indovina, per esempio che legge i tarocchi!).
Grazie a Scrappy-doo che mi ha consigliato e prestato questa meraviglia letteraria!
Un libro stupendo, magico, avvincente, che non finisce mai...
Mi piacciono questi stili di scrittura, con qualche colpo si scena, il giusto romanticismo, tante emozioni e un po' di mistero. Un libro da scoprire, proprio come il circo, offre tanti spunti, tante attrazioni.
La magia è un trucco o è proprio magia ma preferiamo pensare che non esista per non doverla temere?
E poi i ritorni ciclici, rassicuranti, in cui i personaggi si riconoscono perchè compiono le stesse azioni, si presentano nelle medesime occasioni, le abitudini a cui siamo tanto legati che ci danno tanta tranquillità. La continuità che perdura da individuo a individuo, di padre in figlio, anche senza un vero legame di sangue, per il solo fatto di condividere un mondo sul quale si passeggia tutti alla ricerca dell'attrazione che ci emoziona di più.
"Ti saluta con un gesto della mano, un gesto misurato e amichevole, per assicurarti che tutto va bene. (...) Che ti trovi esattamente nella posizione di molti altri prima di te, sotto le stelle già evanescenti e le luci scintillanti".
Che bello essere un mago, una illusionista o forse una contorsionista, una cartomante, un trapezista... che bello poter leggere il passato per raccontare storie o il futuro per guidare gli eventi... che bello poter essere un rèveurs che insegue "le cirque des rèves"!
"Sei nel posto giusto al momento giusto, e te ne importa abbastanza per fare ciò che è necessario. A volte basta questo".
E poi la storia d'amore!!!! Mi ha rapito. E in parte mi ha riportato a un passato in cui qualcuno mi rapì allo stesso modo, togliendomi il fiato.
"Tutt'intorno l'aria turbina in tempesta, spalancando le porte a vetri del giardino in un fluttuante viluppo di tende"
Assolutamente da leggere!
Per chi ne avrà nostalgia dopo la lettura segnalo il sito www.ilcircodellanotte.it con qualche contenuto interessante (l'indovina, per esempio che legge i tarocchi!).
Grazie a Scrappy-doo che mi ha consigliato e prestato questa meraviglia letteraria!
martedì 17 luglio 2012
Leader di te stesso
Un altro libro di "lavoro" ?!?!?!
Ma no... questo l'ho letto per farmi una "americanata". E Roberto Re non mi ha deluso.
A dirla tutta, poi, mi è anche piaciuto, mi ha dato spunti interessanti per pianificare e organizzare il lavoro, per credere un po' di più che la strada che ho scelto, pur costantemente in salita, è quella giusta. Nonostante la fatica e le incertezze. Perchè è quello che mi piace, non la fatica e le incertezze, ma il lavoro che faccio.
Mi sento una privilegiata, alla fine, perché faccio una cosa che mi piace.
Beh, gli spunti valevano anche per la vita "altra", cioè oltre al lavoro... ma ho sapientemente evitato, o meglio non ho approfondito più di tanto.
Ma no... questo l'ho letto per farmi una "americanata". E Roberto Re non mi ha deluso.
A dirla tutta, poi, mi è anche piaciuto, mi ha dato spunti interessanti per pianificare e organizzare il lavoro, per credere un po' di più che la strada che ho scelto, pur costantemente in salita, è quella giusta. Nonostante la fatica e le incertezze. Perchè è quello che mi piace, non la fatica e le incertezze, ma il lavoro che faccio.
Mi sento una privilegiata, alla fine, perché faccio una cosa che mi piace.
Beh, gli spunti valevano anche per la vita "altra", cioè oltre al lavoro... ma ho sapientemente evitato, o meglio non ho approfondito più di tanto.
mercoledì 27 giugno 2012
Acqua in bocca
Fantastico! Camilleri e Lucarelli che "interpretano" due personaggi stupendi intrecciando una storia breve ma mozzzafiato!
Un po' surreale a vederla poi, a sangue freddo, ma comunque coinvolgente.
Non ci si può sprecare in commenti... è solo da leggere! Possibilmente tutto d'un fiato!
Consigliatissimo!!!
Un po' surreale a vederla poi, a sangue freddo, ma comunque coinvolgente.
Non ci si può sprecare in commenti... è solo da leggere! Possibilmente tutto d'un fiato!
Consigliatissimo!!!
Il secolo imprevedibile
Ecco un libro molto entusiasmante durante la lettura, ma che una volta finito non si fa ricordare.
Mettiamo pure che il mio livello di attenzione alle complesse dinamiche espresse nel testo, possa non essere stato sempre adeguato. Ma così come mi è venuta voglia di sottolineare dei passi mentre lo leggevo, dopo qualche giorno, non mi ricordavo i principi che avevo sottolineato con tanta lena.
Che sia un principio di Alzheimer? Per ora preferisco pensare che si tratti di un gran bel libro, forse un po' troppo complesso per il momento del "pre-sonno". Gli andrebbe dedicato un momento in cui la concentrazione possa essere più sostenuta.
L'autore parla di crisi economica mondiale, ne parla in tempi non sospetti, quando era appena scoppiato il caso dei mutui negli stati uniti, qualche anno fa, e fa una riflessione molto accurata e molto importante su come si potrebbe interagire con questa situazione per farla evolvere e non avvitarci soltanto nella spirale negativa della finanza.
Il suo discorso è ricco di esempi, di casi analizzati, di dati di ricerche da cui trarre lezioni importanti non tanto su cosa fare, ma su come fare. Questo è stato forse l'elemento che mi ha convinto di più.
L'idea che non ci sia qualcuno che ci debba dire cosa dobbiamo fare, quali azioni intraprendere, ma come alcune modalità di pensiero e di azione possano essere più utili per affrontare il momento ognuno nel suo contesto. Fornisce quindi momenti di metacognizione, non ricette di risoluzione.
Il messaggio finale è uno sprone all'azione creativa, alla coltivazione di sogni e alla loro realizzazione (i miei preferiti!) allo spostamento del punto di vista per poter cogliere le molteplici sfaccettature degli eventi.
Adoro questo libro! Consigliato vivamente!
Mettiamo pure che il mio livello di attenzione alle complesse dinamiche espresse nel testo, possa non essere stato sempre adeguato. Ma così come mi è venuta voglia di sottolineare dei passi mentre lo leggevo, dopo qualche giorno, non mi ricordavo i principi che avevo sottolineato con tanta lena.
Che sia un principio di Alzheimer? Per ora preferisco pensare che si tratti di un gran bel libro, forse un po' troppo complesso per il momento del "pre-sonno". Gli andrebbe dedicato un momento in cui la concentrazione possa essere più sostenuta.
L'autore parla di crisi economica mondiale, ne parla in tempi non sospetti, quando era appena scoppiato il caso dei mutui negli stati uniti, qualche anno fa, e fa una riflessione molto accurata e molto importante su come si potrebbe interagire con questa situazione per farla evolvere e non avvitarci soltanto nella spirale negativa della finanza.
Il suo discorso è ricco di esempi, di casi analizzati, di dati di ricerche da cui trarre lezioni importanti non tanto su cosa fare, ma su come fare. Questo è stato forse l'elemento che mi ha convinto di più.
L'idea che non ci sia qualcuno che ci debba dire cosa dobbiamo fare, quali azioni intraprendere, ma come alcune modalità di pensiero e di azione possano essere più utili per affrontare il momento ognuno nel suo contesto. Fornisce quindi momenti di metacognizione, non ricette di risoluzione.
Il messaggio finale è uno sprone all'azione creativa, alla coltivazione di sogni e alla loro realizzazione (i miei preferiti!) allo spostamento del punto di vista per poter cogliere le molteplici sfaccettature degli eventi.
Adoro questo libro! Consigliato vivamente!
anonimo_senza titolo
Lo ammetto, il lungo silenzio di questi mesi non era solo dovuto al fatto che ho letto libri di "lavoro", ma anche al fatto che su alcuni ho dovuto riflettere sull'opportunità di dire quello che pensavo.
Mi spiego meglio, ad un certo punto mi sono chiesta: "Questo libro non mi è piaciuto, lo descrivo ugualmente sul blog?" La prima risposta che mi sono data è stata: "Certo, perchè censurare una cosa solo per una opinione personale... se accettiamo le differenze individuali e la libertà di pensiero..."
Poi ho riflettuto anche sul fatto che comunque il mio parere potrebbe essere travisato da una mia incapacità di cogliere più approfonditamente alcuni contenuti e quindi il mio parere "limitato" potrebbe influenzare altre persone nella scelta della lettura o meno di un certo libro.
D'altra parte se una persona si lascia influenzare dal parere di un altro nella scelta di un libro da leggere e soprattutto nel giudizio che ne dà, sarebbe triste pensare che dopo la prima lettura da parte di qualcuno gli altri si uniformerebbero al suo giudizio...
Mi vengono in mente i filosofi greci dello scetticismo... Sesto Empirico concluderebbe dicendo che a questo punto "occorre sospendere il giudizio".
Farò così. Sospendo il giudizio e scrivo perchè non mi ha convinto il libro che ho letto... ma non vi dico il titolo nè l'autore.... (vigliacca!)
Si tratta di un libro che parla di scuola, scritto da un insegnante di scuola superiore. Non c'è una vera trama, si tratta di una serie di osservazioni che, partendo da aneddoti accaduti in classe, favoriscono la riflessione su alcuni argomenti (gli adolescenti, le relazioni, i ruoli di insegnante e studente, il bullismo, la tecnologia ecc.).
Alcune elaborazioni mi sono piaciute e anche tanto (incredibilmente a questo libro ho fatto anche delle "orecchie", per rintracciare più facilmente alcuni passi che credo mi saranno utili come esempi), ma al contrario altre osservazioni non mi hanno convinta per niente, mi sono sembrate superficiali, scontate, populiste, poco attente al mondo delle relazioni giovanili.
Beh, a causa di ciò, la sensazione finale è negativa. Peccato.
Mi spiego meglio, ad un certo punto mi sono chiesta: "Questo libro non mi è piaciuto, lo descrivo ugualmente sul blog?" La prima risposta che mi sono data è stata: "Certo, perchè censurare una cosa solo per una opinione personale... se accettiamo le differenze individuali e la libertà di pensiero..."
Poi ho riflettuto anche sul fatto che comunque il mio parere potrebbe essere travisato da una mia incapacità di cogliere più approfonditamente alcuni contenuti e quindi il mio parere "limitato" potrebbe influenzare altre persone nella scelta della lettura o meno di un certo libro.
D'altra parte se una persona si lascia influenzare dal parere di un altro nella scelta di un libro da leggere e soprattutto nel giudizio che ne dà, sarebbe triste pensare che dopo la prima lettura da parte di qualcuno gli altri si uniformerebbero al suo giudizio...
Mi vengono in mente i filosofi greci dello scetticismo... Sesto Empirico concluderebbe dicendo che a questo punto "occorre sospendere il giudizio".
Farò così. Sospendo il giudizio e scrivo perchè non mi ha convinto il libro che ho letto... ma non vi dico il titolo nè l'autore.... (vigliacca!)
Si tratta di un libro che parla di scuola, scritto da un insegnante di scuola superiore. Non c'è una vera trama, si tratta di una serie di osservazioni che, partendo da aneddoti accaduti in classe, favoriscono la riflessione su alcuni argomenti (gli adolescenti, le relazioni, i ruoli di insegnante e studente, il bullismo, la tecnologia ecc.).
Alcune elaborazioni mi sono piaciute e anche tanto (incredibilmente a questo libro ho fatto anche delle "orecchie", per rintracciare più facilmente alcuni passi che credo mi saranno utili come esempi), ma al contrario altre osservazioni non mi hanno convinta per niente, mi sono sembrate superficiali, scontate, populiste, poco attente al mondo delle relazioni giovanili.
Beh, a causa di ciò, la sensazione finale è negativa. Peccato.
I sei pilastri dell'autostima
Come sono arrivata a leggere libri di "lavoro" anche prima di addormentarmi?
Vabbeh, questo meritava di essere letto. Me lo aveva consigliato una collega (grazie Elisa!!) ed effettivamente ricco di spunti molto positivi. Un po' ha rinforzato il mio modo di intendere alcuni principi per la mia professione e in parte mi ha dato nuove idee su cui riflettere.
Presa dall'entusiasmo (come mi capita spesso) ho iniziato il programma che lui imposta con delle frasi da completare, diverse per ogni settimana... il programma dura 30 settimane... io ho resistito fino alla 5^.... (!?!?!?) Scandaloso.
In sè il programma è proprio bello, ma credo sia necessaria una motivazione più alta della mia attuale e una persona con cui confrontarsi e analizzare gli elementi che emergono dalle frasi completate. Strutturato così, cioè come una terapia di supporto, è un ottimo strumento da cui si possono ricavare veramente buonissime elaborazioni e generalizzazioni.
Consigliatissimo quindi anche per chi non è un professionista della salute o del benessere, ma eviterei di seguire il programma "in solitaria" perchè si rischia di perdere una occasione per fare chiarezza e per uscire un po' dalle convinzioni e interpretazioni "solite" che ci diamo già da soli ad alcuni comportamenti propri ed altrui ( seppur le capacità di introspezione personale possano essere molto spiccate, diventano a lungo andare un po' semplicistiche).
Vabbeh, questo meritava di essere letto. Me lo aveva consigliato una collega (grazie Elisa!!) ed effettivamente ricco di spunti molto positivi. Un po' ha rinforzato il mio modo di intendere alcuni principi per la mia professione e in parte mi ha dato nuove idee su cui riflettere.
Presa dall'entusiasmo (come mi capita spesso) ho iniziato il programma che lui imposta con delle frasi da completare, diverse per ogni settimana... il programma dura 30 settimane... io ho resistito fino alla 5^.... (!?!?!?) Scandaloso.
In sè il programma è proprio bello, ma credo sia necessaria una motivazione più alta della mia attuale e una persona con cui confrontarsi e analizzare gli elementi che emergono dalle frasi completate. Strutturato così, cioè come una terapia di supporto, è un ottimo strumento da cui si possono ricavare veramente buonissime elaborazioni e generalizzazioni.
Consigliatissimo quindi anche per chi non è un professionista della salute o del benessere, ma eviterei di seguire il programma "in solitaria" perchè si rischia di perdere una occasione per fare chiarezza e per uscire un po' dalle convinzioni e interpretazioni "solite" che ci diamo già da soli ad alcuni comportamenti propri ed altrui ( seppur le capacità di introspezione personale possano essere molto spiccate, diventano a lungo andare un po' semplicistiche).
martedì 10 aprile 2012
Ho smesso di piangere
Ecco il libro di Veronica Pivetti che descrive la sua "odissea per uscire dalla depressione" (come recita il sottotitolo).
Ho emozioni contrastanti verso questo libro: da un lato mi è piaciuto lo spirito quasi canzonatorio che ne esce, le osservazioni dure, ci si sente immersi nel quotidiano di questa donna, dalla parte che non si vede all'esterno, tanto che ad un certo punto viene da dire: "ma non se n'è accorto nessuno?".
E già perchè l'autrice ha continuato a lavorare e a ben guardare le foto della serie citata, si vede la differenza o meglio la si riconosce perchè già descritta, perchè se ne è letto il retroscena.
Però viene a galla anche una sanità un po' facilona (e se capitano certe avventure alla Pivetti, il povero cristo chiunque...) alcuni ritratti di medici vanitosi poco empatici e addirittura, alla fine, una decisione di cura fai da te che non da certo il buon esempio. Ecco, questo mi lascia un po' perplessa. So bene che anche trovare il medico "giusto" non è semplice, che è sempre meglio sentire più pareri (con il rischio di fare meno chiarezza e più confusione, però?!?!), che per alcuni tipi di cure ci vuole tempo... forse è anche vero che alla fine ognuno deve decidere per se stesso. Ma modificare da soli dei farmaci... era proprio necessario?
L'esasperazione fa tanto ma non so se vale la pena lasciare intendere che quello sia il mezzo "risolutivo" perchè nonostante tutti i "non si fa" e le raccomandazioni alla prudenza e al controllo medico, ci si comporta in altro modo e questo messaggio arriva.
Comunque bello sia per lo stile sia per il coraggio di mettersi alla prova.
Ho emozioni contrastanti verso questo libro: da un lato mi è piaciuto lo spirito quasi canzonatorio che ne esce, le osservazioni dure, ci si sente immersi nel quotidiano di questa donna, dalla parte che non si vede all'esterno, tanto che ad un certo punto viene da dire: "ma non se n'è accorto nessuno?".
E già perchè l'autrice ha continuato a lavorare e a ben guardare le foto della serie citata, si vede la differenza o meglio la si riconosce perchè già descritta, perchè se ne è letto il retroscena.
Però viene a galla anche una sanità un po' facilona (e se capitano certe avventure alla Pivetti, il povero cristo chiunque...) alcuni ritratti di medici vanitosi poco empatici e addirittura, alla fine, una decisione di cura fai da te che non da certo il buon esempio. Ecco, questo mi lascia un po' perplessa. So bene che anche trovare il medico "giusto" non è semplice, che è sempre meglio sentire più pareri (con il rischio di fare meno chiarezza e più confusione, però?!?!), che per alcuni tipi di cure ci vuole tempo... forse è anche vero che alla fine ognuno deve decidere per se stesso. Ma modificare da soli dei farmaci... era proprio necessario?
L'esasperazione fa tanto ma non so se vale la pena lasciare intendere che quello sia il mezzo "risolutivo" perchè nonostante tutti i "non si fa" e le raccomandazioni alla prudenza e al controllo medico, ci si comporta in altro modo e questo messaggio arriva.
Comunque bello sia per lo stile sia per il coraggio di mettersi alla prova.
domenica 11 marzo 2012
Donna alla finestra
Ecco un libro di Catherine Dunne... anche questo si legge tutto d'un fiato!
Assume quasi i tratti del thriller... ci sono gli ingredienti giusti e ben misurati, ma l'argomento di fondo è quello caro all'autrice, cioè le donne e le relazioni. Si allargano i tipi di relazioni (fratelli giovani, fratelli vecchi, genitori, figli, amanti, coniugi e anche, in un certo senso, datori di lavoro), entra in gioco la crisi economica mondiale. Ma ne esce un ritratto realistico e a tratti crudo di come la vita metta alla prova le persone che, con le spalle al muro, possono agire in modo non sempre prevedibile.
Lascia l'idea che tutto, alla fine, si può recuperare... anche se a pensarci bene non è così (!) Di fatto i personaggi "cattivi" restano cattivi, ma gli altri ne escono fortificati (o forse rassegnati!?!?!).
Il tutto per dire che bisogna sempre dare retta alle donne che, pure nelle condizioni più incredibili, hanno intuizioni più lucide e realistiche degli uomini (specie se sono della specie che finchè si fa finta che vada tutto bene, non ci sono problemi).
Assume quasi i tratti del thriller... ci sono gli ingredienti giusti e ben misurati, ma l'argomento di fondo è quello caro all'autrice, cioè le donne e le relazioni. Si allargano i tipi di relazioni (fratelli giovani, fratelli vecchi, genitori, figli, amanti, coniugi e anche, in un certo senso, datori di lavoro), entra in gioco la crisi economica mondiale. Ma ne esce un ritratto realistico e a tratti crudo di come la vita metta alla prova le persone che, con le spalle al muro, possono agire in modo non sempre prevedibile.
Lascia l'idea che tutto, alla fine, si può recuperare... anche se a pensarci bene non è così (!) Di fatto i personaggi "cattivi" restano cattivi, ma gli altri ne escono fortificati (o forse rassegnati!?!?!).
Il tutto per dire che bisogna sempre dare retta alle donne che, pure nelle condizioni più incredibili, hanno intuizioni più lucide e realistiche degli uomini (specie se sono della specie che finchè si fa finta che vada tutto bene, non ci sono problemi).
domenica 4 marzo 2012
Steve Jobs (di Walter Isaacson)
Ecco un libro "difficile" da recensire... ci sarebbero così tante cose da dire, ma poi vi perdereste il gusto di leggervelo!
Il personaggio è piuttosto noto, ci sono molte "leggende metropolitane" su Steve Jobs, alcune veritiere, altre solo frutto di interpretazione. Per esempio ho visto recentemente il suo nome citato in una lista di "dislessici famosi", ed effettivamente alcuni comportamenti scolastici citati nella biografia lasciano pensare che possa essere vero, ma è una ipotesi.
La sua storia avrebbe molto da dire (forse non sempre per insegnare, ma almeno per stimolare la riflessione) su molti argomenti: l'adozione, la scuola, la leadership, la motivazione, la passione al lavoro, l'educazione dei figli, la creazione di una famiglia, lo spirito imprenditoriale ecc.
Potrei darvi alcuni suggerimenti di lettura (alcuni sono stati dati a me da altri che avevano terminato il libro prima di me e li ringrazio per questo, perchè sono stati proprio utili: grazie Franca!).
Per esempio leggete con attenzione la parte relativa al percorso scolastico (e al successivo abbandono) perchè porta alcuni spunti molto importanti: per esempio l'importanza della curiosità, dell'interesse, della motivazione. Facciamo abbastanza per i nostri ragazzi per raggiungere questi obiettivi?
La creatività e il "campo di distorsione della realtà"... ho discusso con la mia amica Franca di questo argomento, cercando di capire se il campo di distorsione della relatà fosse più positivo o negativo: siamo giunte al compromesso che questo sia l'elemento che rende realizzabili alcune innovazioni, ma è anche l'elemento che non ci permette di essere fino in fondo obiettivi circa la realtà. Quindi ha aspetti positivi e negativi. A parer mio i positivi sono maggiori e quindi ne consiglio l'utilizzo (anche se con moderazione). Il principio è questo: se io inizio a vedere la realtà come posssibile, man mano anche gli altri la vedranno così e quindi quella realtà sarà modificabile. Faccio un esempio: se io inizio a pensare che l'oggetto X può essere migliorato, anche le altre persone che lavorano con me, inizieranno a percepirne gli aspetti migliorabili e alla fine l'oggetto X verrà effettivamente migliorato Funziona anche con le persone (anche se è più difficile da attuare): se penso che la persona Y può fare meglio (pensiamo ai momenti in cui si affronta una difficoltà scolastica o professionale) e anche gli altri del gruppo iniziano a pensarla così, alla fine ci crederà anche la persona stessa che quindi agirà per migliorare (magari trovando delle strategie più adatte a funzionare meglio). Ecco l'unico problema è che bisogna crederci davvero, non si può fare finta. E questo temo sia l'ostacolo più importante: non tutti mettiamo passione e creatività nelle cose che facciamo e quindi questo meccanismo rischia di non funzionare.
Un altro suggerimento di Franca che è stato molto utile: quando il testo cita un prodotto, una presentazione o un discorso di Steve Jobs, andatelo a cercare su youtube... serve davvero a farsi un'idea della capacità di comunicazione!
Non dubito che rimarrete rapiti dalle caratteristiche di questo personaggio (anche quelle negative!) e l'autore (Walter Isaacson) sa restituire un'immagine davvero completa del personaggio non tralasciando le ombre e gli elementi difficili di questo grande uomo. Forse in parte ne restituisce la dimensione realmente umana di una personalità che altrimenti sarebbe facile da idealizzare (proprio perchè autoidealizzata dallo stesso Steve Jobs).
Un'ultima cosa: non temo per la Apple. Vero è che Steve Jobs avrà instaurato dei rapporti di dipendenza reciproca tra sè stesso e la Apple (nel senso che lui dipendeva dall'azienda per la sua realizzazione personale e l'azienda dipendeva da lui per la spinta creativa), ma se davvero è riuscito a creare una squadra di collaboratori di serie A, come ricorre nel libro, allora non ci saranno problemi.
Una citazione, naturalmente:
"Cerchiamo di usare i talenti che abbiamo per esprimere il nostro sentire più profondo, per esternare la nostra ammirazione per tutti i contributi di chi è venuto prima di noi, e per aggiungere qualcosa a quel percorso. E' questo che mi ha dato la spinta."
Cosa aggiungere? Sottoscrivo!
Il personaggio è piuttosto noto, ci sono molte "leggende metropolitane" su Steve Jobs, alcune veritiere, altre solo frutto di interpretazione. Per esempio ho visto recentemente il suo nome citato in una lista di "dislessici famosi", ed effettivamente alcuni comportamenti scolastici citati nella biografia lasciano pensare che possa essere vero, ma è una ipotesi.
La sua storia avrebbe molto da dire (forse non sempre per insegnare, ma almeno per stimolare la riflessione) su molti argomenti: l'adozione, la scuola, la leadership, la motivazione, la passione al lavoro, l'educazione dei figli, la creazione di una famiglia, lo spirito imprenditoriale ecc.
Potrei darvi alcuni suggerimenti di lettura (alcuni sono stati dati a me da altri che avevano terminato il libro prima di me e li ringrazio per questo, perchè sono stati proprio utili: grazie Franca!).
Per esempio leggete con attenzione la parte relativa al percorso scolastico (e al successivo abbandono) perchè porta alcuni spunti molto importanti: per esempio l'importanza della curiosità, dell'interesse, della motivazione. Facciamo abbastanza per i nostri ragazzi per raggiungere questi obiettivi?
La creatività e il "campo di distorsione della realtà"... ho discusso con la mia amica Franca di questo argomento, cercando di capire se il campo di distorsione della relatà fosse più positivo o negativo: siamo giunte al compromesso che questo sia l'elemento che rende realizzabili alcune innovazioni, ma è anche l'elemento che non ci permette di essere fino in fondo obiettivi circa la realtà. Quindi ha aspetti positivi e negativi. A parer mio i positivi sono maggiori e quindi ne consiglio l'utilizzo (anche se con moderazione). Il principio è questo: se io inizio a vedere la realtà come posssibile, man mano anche gli altri la vedranno così e quindi quella realtà sarà modificabile. Faccio un esempio: se io inizio a pensare che l'oggetto X può essere migliorato, anche le altre persone che lavorano con me, inizieranno a percepirne gli aspetti migliorabili e alla fine l'oggetto X verrà effettivamente migliorato Funziona anche con le persone (anche se è più difficile da attuare): se penso che la persona Y può fare meglio (pensiamo ai momenti in cui si affronta una difficoltà scolastica o professionale) e anche gli altri del gruppo iniziano a pensarla così, alla fine ci crederà anche la persona stessa che quindi agirà per migliorare (magari trovando delle strategie più adatte a funzionare meglio). Ecco l'unico problema è che bisogna crederci davvero, non si può fare finta. E questo temo sia l'ostacolo più importante: non tutti mettiamo passione e creatività nelle cose che facciamo e quindi questo meccanismo rischia di non funzionare.
Un altro suggerimento di Franca che è stato molto utile: quando il testo cita un prodotto, una presentazione o un discorso di Steve Jobs, andatelo a cercare su youtube... serve davvero a farsi un'idea della capacità di comunicazione!
Non dubito che rimarrete rapiti dalle caratteristiche di questo personaggio (anche quelle negative!) e l'autore (Walter Isaacson) sa restituire un'immagine davvero completa del personaggio non tralasciando le ombre e gli elementi difficili di questo grande uomo. Forse in parte ne restituisce la dimensione realmente umana di una personalità che altrimenti sarebbe facile da idealizzare (proprio perchè autoidealizzata dallo stesso Steve Jobs).
Un'ultima cosa: non temo per la Apple. Vero è che Steve Jobs avrà instaurato dei rapporti di dipendenza reciproca tra sè stesso e la Apple (nel senso che lui dipendeva dall'azienda per la sua realizzazione personale e l'azienda dipendeva da lui per la spinta creativa), ma se davvero è riuscito a creare una squadra di collaboratori di serie A, come ricorre nel libro, allora non ci saranno problemi.
Una citazione, naturalmente:
"Cerchiamo di usare i talenti che abbiamo per esprimere il nostro sentire più profondo, per esternare la nostra ammirazione per tutti i contributi di chi è venuto prima di noi, e per aggiungere qualcosa a quel percorso. E' questo che mi ha dato la spinta."
Cosa aggiungere? Sottoscrivo!
martedì 24 gennaio 2012
il danno
Ok, è ufficiale, il poliziesco, thriller, giallo, investigativo ormai è nordico.
Niente male anche questa autrice danese, la trama è avvincente, lo stile facile da seguire e, come per altri (svedesi, finlandesi & Co.) è presente l'indagine insieme alla vita quotidiana dei personaggi. Sono tutte persone vere, complesse, con le loro fobie, pregiudizi ed errori. Con una vita quotidiana, insomma. Certamente diversa dalla vita quotidiana di qualsiasi "cittadino" ma con elementi di umanità. Addio ai super-eroi, ci si cala per le strade e le abitudini di luoghi, fino a poco tempo fa, poco esplorati.
Si legge facilmente, senza troppa fatica di ragionamento e di pensiero, basta seguire gli avvenimenti e lasciarsi andare.
Niente male anche questa autrice danese, la trama è avvincente, lo stile facile da seguire e, come per altri (svedesi, finlandesi & Co.) è presente l'indagine insieme alla vita quotidiana dei personaggi. Sono tutte persone vere, complesse, con le loro fobie, pregiudizi ed errori. Con una vita quotidiana, insomma. Certamente diversa dalla vita quotidiana di qualsiasi "cittadino" ma con elementi di umanità. Addio ai super-eroi, ci si cala per le strade e le abitudini di luoghi, fino a poco tempo fa, poco esplorati.
Si legge facilmente, senza troppa fatica di ragionamento e di pensiero, basta seguire gli avvenimenti e lasciarsi andare.
venerdì 20 gennaio 2012
Aleph
Ecco un libro in cui, a ogni passaggio, trovi qualcosa su cui riflettere, da sottolineare, che vorresti tenere a mente sempre. Fantastico!
Un esempio?
"Il tempo non passa. L'essere umano ha una difficoltà enorme a concentrarsi sul presente: pensa sempre a ciò che ha fatto, al modo in cui avrebbe potuto farlo meglio, alle conseguenze delle proprie azioni, al motivo per cui non è riuscito ad agire in maniera davvero appropriata. Oppure ci si preoccupa del futuro, di cosa si farà domani, delle decisioni che dovrà inevitabilmente prendere, dei pericoli che lo attendono dietro l'angolo, di come evitare fastidiosi imprevisti e di come raggiungere gli agognati obiettivi - tutte quelle cose che hai sempre sognato [...] Ricorda: il passato e il futuro esistono solo nella nostra memoria."
E che dire dell'immagine del bambù cinese? che passa anni a non crescere al'esterno ma a svilupparsi sotto terra con intricati legami di radici che poi, dopo anni, permettono al bambù di mostrare tutta la sua vegetazione.
E poi il momento dell'Aleph, della scoperta del luogo in cui tutta la vita è nel presente, in cui si è tutti i passati e i futuri che si è stati e si sarà... e leggerne la descrizione vengono i brividi e le lacrime. Si vive una emozione intensa e quasi partecipativa. Tanto che ci si riconosce in alcuni momenti della vita, o almeno a me è capitato questo. Ho ricordato almeno due momenti della vita in cui mi sono sentita nel mio Aleph: una volta è stato in una sala dei piani superiori del castello Visconteo di Pavia, ci ero andata con una persona che stava lavorando ai musei catalogando e ripulendo reperti archiviati in un locale delle soffitte, mi avvicinai ad una finestra e guardando fuori, verso i giardini e la città, ebbi come la sensazione di essere già stata lì nella medesima posizione, in un tempo diverso, ebbi come un capogiro e rimasi incantata qualche secondo come se i pensieri tornassero a quell'epoca. Il secondo momento è stato molto più recente e il luogo era il Gran Canyon. Avvicinarmi alla ringhiera e trovarmi di fronte l'immensità del tempo e dello spazio mi ha emozionato in un modo che ho vissuto come non controllabile, molto intenso e per quello stupendo!
Questo libro mi ha pemesso di focalizzare questi due momenti come momenti "magici" a cui potrò fare sempre riferimento, ma a cui non devo rimanere aggrappata per restare "indietro". Oggi è qui ed è l'unica cosa che conta, per potermi godere ciò che ho, più che ciò che potrei o avrei potuto avere.
Un enorme grazie a Sara per avermi regalato questo libro così importante!
Naturalmente consigliato, da leggere!
Un esempio?
"Il tempo non passa. L'essere umano ha una difficoltà enorme a concentrarsi sul presente: pensa sempre a ciò che ha fatto, al modo in cui avrebbe potuto farlo meglio, alle conseguenze delle proprie azioni, al motivo per cui non è riuscito ad agire in maniera davvero appropriata. Oppure ci si preoccupa del futuro, di cosa si farà domani, delle decisioni che dovrà inevitabilmente prendere, dei pericoli che lo attendono dietro l'angolo, di come evitare fastidiosi imprevisti e di come raggiungere gli agognati obiettivi - tutte quelle cose che hai sempre sognato [...] Ricorda: il passato e il futuro esistono solo nella nostra memoria."
E che dire dell'immagine del bambù cinese? che passa anni a non crescere al'esterno ma a svilupparsi sotto terra con intricati legami di radici che poi, dopo anni, permettono al bambù di mostrare tutta la sua vegetazione.
E poi il momento dell'Aleph, della scoperta del luogo in cui tutta la vita è nel presente, in cui si è tutti i passati e i futuri che si è stati e si sarà... e leggerne la descrizione vengono i brividi e le lacrime. Si vive una emozione intensa e quasi partecipativa. Tanto che ci si riconosce in alcuni momenti della vita, o almeno a me è capitato questo. Ho ricordato almeno due momenti della vita in cui mi sono sentita nel mio Aleph: una volta è stato in una sala dei piani superiori del castello Visconteo di Pavia, ci ero andata con una persona che stava lavorando ai musei catalogando e ripulendo reperti archiviati in un locale delle soffitte, mi avvicinai ad una finestra e guardando fuori, verso i giardini e la città, ebbi come la sensazione di essere già stata lì nella medesima posizione, in un tempo diverso, ebbi come un capogiro e rimasi incantata qualche secondo come se i pensieri tornassero a quell'epoca. Il secondo momento è stato molto più recente e il luogo era il Gran Canyon. Avvicinarmi alla ringhiera e trovarmi di fronte l'immensità del tempo e dello spazio mi ha emozionato in un modo che ho vissuto come non controllabile, molto intenso e per quello stupendo!
Questo libro mi ha pemesso di focalizzare questi due momenti come momenti "magici" a cui potrò fare sempre riferimento, ma a cui non devo rimanere aggrappata per restare "indietro". Oggi è qui ed è l'unica cosa che conta, per potermi godere ciò che ho, più che ciò che potrei o avrei potuto avere.
Un enorme grazie a Sara per avermi regalato questo libro così importante!
Naturalmente consigliato, da leggere!
domenica 8 gennaio 2012
Lo scalpellino
Finalmente Camilla Lackberg è diventata grande! Lo stile è più maturo, il linguaggio e gli intrighi più curati. Mi piace tanto!
Mi piaceva anche prima perchè gli intrecci dei suoi romanzi sono sempre stati ben fatti, ma ora anche lo stile di scrittura è migliorato, meno ... "adolescenziale".
Fa venire voglia di andare a visitare Fjallbacka, riesce veramente a inserire il brivido del giallo, nel quotidiano dei personaggi che si incontrano. Questa volta riesce anche a mandare fuori strada il detective/lettore e il colpo di scena finale, quando ormai si pensava di aver perso di vista uno dei personaggi (peccato, in questo volume rimane molto nell'ombra, ma quando appare... è uno shock!), è un vero colpo da maestro!
Da leggere, assolutamente!
Mi piaceva anche prima perchè gli intrecci dei suoi romanzi sono sempre stati ben fatti, ma ora anche lo stile di scrittura è migliorato, meno ... "adolescenziale".
Fa venire voglia di andare a visitare Fjallbacka, riesce veramente a inserire il brivido del giallo, nel quotidiano dei personaggi che si incontrano. Questa volta riesce anche a mandare fuori strada il detective/lettore e il colpo di scena finale, quando ormai si pensava di aver perso di vista uno dei personaggi (peccato, in questo volume rimane molto nell'ombra, ma quando appare... è uno shock!), è un vero colpo da maestro!
Da leggere, assolutamente!
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