Oggi partenza per Grand Canyon. A colazione abbiamo incontrato una coppia di turisti olandesi che alloggiavano al nostro stesso motel e, sorpresa, il ragazzo conosceva l'italiano, piuttosto bene a dire la verità.
Anche in questo caso il viaggio in auto è stato piacevole, in mezzo a foreste con casette isolate o a piccoli gruppi in mezzo al verde... che meraviglia!
Ma il meglio è arrivato quando, dopo aver parcheggiato l'auto, ci siamo addentrati alla scoperta del canyon... fino al bordo non si percepisce la grandezza di quanto si sta per assistere, man mano che ci si avvicina, se ne scorge un pezzetto, ma quando si arriva abbastanza vicini , sul sentiero, e appare in tutta la sua grandiosità, si resta senza fiato!
Ovunque si volti lo sguardo il panorama merita qualche secondo di estasi. Incantevole (nel senso letterale della parola, cioè del rimanere incantati!).
In questo caso ci trovavamo in una meta turistica per eccellenza, infatti abbiamo incontrato molti italiani, ma anche persone di tutte le nazionalità. Devo dire che ci si è confermata un po' l'idea che gli americani siano un popolo molto ospitale e cordiale, le persone con cui abbiamo dialogato finora sono state tutte (o quasi) simpatiche e gentili (beh, poi dire che noi abbiamo dialogato è una piccola esagerazione, forse sarebbe più corretto dire che Monica ha parlato con loro, traducendo a noi).
Qui l'effetto vampiro ha un po' esagerato, infatti è piovuto: cosa rarissima da queste parti!
La giornata è stata comunque piacevole, abbiamo scattato un milione di foto, abbiamo visitato quasi tutti i punti panoramici percorrendo i tratti di percorso in auto, proprio per la pioggia.
Cena in una steak house tipica in una costrizione di legno western con camerieri cowboy e birra taglia-legamenti. Perfetto!
Good night...
domenica 31 luglio 2011
Foresta Pietrificata e Meteor Crater
Oggi inizia il tour geologi. Si parte con la Foresta Pietrificata: uno spettacolo di trochi che sembrerebbero ancora legnosi, invece sono pietrificati con cristalli e formazioni di selce di vari colori, davvero spettacolari e inconsueti.
Il viaggio per arrivare al parco è stato tranquillo (a parte due spie accese sul pannello dell'auto che non promettevano niente di buono a inizio mattinata, ma che si sono spente ad un certo punto). Abbiamo anche trovato un supermercato in cui fare spesa di viveri anti caldo (frutta e acqua). Alla cassa ho fatto la mia figura da turista ignorante: la cassiera mi ha chiesto se avessi la tessera punti e io le ho dato la carta di credito (ho capito solo la parola "card"...).
Se non ci fosse Monica...
Alla foresta pietrificata abbiamo fatto un po' di giri, la guardia del parco all'ingresso ci ha ripetuto più volte di non raccogliere nessun frammento, di nessun tipo o dimensione (forse guardando Paolo che solo all'idea aveva l'occhio malandrino).
I diversi percorsi prevedono anche di addentrarsi in valli scavate tra altre rocce (agglomerati, mi dicono) e di sono anche zone con rovine preistoriche indiane con resti di abitazioni e dipinti rupestri. Davvero merita di essere vista, anche se meno nota rispetto ad altre mete turistiche.
Il sole era un po' forte, ma ci siamo incremati per bene, per non bruciare (alla fine Mariano era abbrustolito, Monica crispy, Paolo e io un po' arrossati).
L'effetto vampiro (cioè la classica nuvoletta fantozziana che ci segue) ci ha un po' protetti, per alcuni tratti.
Dopo la foresta pietrificata abbiamo visitato Meteor crater (come dice il nome, il cratere di un meteorite). Da lontano sembrava una collina qualsiasi, poi si arriva al punto di osservazione e si vede questa voragine perfettamente tonda chiaramente provocata dalla collisione di qualcosa con il terreno. Solo che il diametro è di qualche centinaia di metri, quindi ci si immagina un oggetto molto grande! Paolo mi ha spiegato, invece, che il meteorite poteva anche non essere enorme, ma la forza dell'impatto crea crateri anche molto grandi.
Bello, ma rispetto alla foresta pietrificata meno intenso.
Mariano ha provato a guidare l'auto che abbiamo noleggiato, che ha il cambio automatico e ha dichiarato di apprezzare molto la guida rilassata che questo permette (lo scrivo per i posteri!).
La cena è stata, finalmente, una bistecca (come l'ha battezzata Monica "di brontosauro") proprio di quelle che ci si aspetta negli USA (siamo in Arizona, patria di indiani e cowboy, non dimentichiamo!).
Alla fine della giornata eravamo, come al solito, stanchi ma contenti. Che bella vita, proprio così come dovrebbe essere!
PS per Cecilia: ha ragione WG, il cambio automatico è una splendida invenzione!!!
Il viaggio per arrivare al parco è stato tranquillo (a parte due spie accese sul pannello dell'auto che non promettevano niente di buono a inizio mattinata, ma che si sono spente ad un certo punto). Abbiamo anche trovato un supermercato in cui fare spesa di viveri anti caldo (frutta e acqua). Alla cassa ho fatto la mia figura da turista ignorante: la cassiera mi ha chiesto se avessi la tessera punti e io le ho dato la carta di credito (ho capito solo la parola "card"...).
Se non ci fosse Monica...
Alla foresta pietrificata abbiamo fatto un po' di giri, la guardia del parco all'ingresso ci ha ripetuto più volte di non raccogliere nessun frammento, di nessun tipo o dimensione (forse guardando Paolo che solo all'idea aveva l'occhio malandrino).
I diversi percorsi prevedono anche di addentrarsi in valli scavate tra altre rocce (agglomerati, mi dicono) e di sono anche zone con rovine preistoriche indiane con resti di abitazioni e dipinti rupestri. Davvero merita di essere vista, anche se meno nota rispetto ad altre mete turistiche.
Il sole era un po' forte, ma ci siamo incremati per bene, per non bruciare (alla fine Mariano era abbrustolito, Monica crispy, Paolo e io un po' arrossati).
L'effetto vampiro (cioè la classica nuvoletta fantozziana che ci segue) ci ha un po' protetti, per alcuni tratti.
Dopo la foresta pietrificata abbiamo visitato Meteor crater (come dice il nome, il cratere di un meteorite). Da lontano sembrava una collina qualsiasi, poi si arriva al punto di osservazione e si vede questa voragine perfettamente tonda chiaramente provocata dalla collisione di qualcosa con il terreno. Solo che il diametro è di qualche centinaia di metri, quindi ci si immagina un oggetto molto grande! Paolo mi ha spiegato, invece, che il meteorite poteva anche non essere enorme, ma la forza dell'impatto crea crateri anche molto grandi.
Bello, ma rispetto alla foresta pietrificata meno intenso.
Mariano ha provato a guidare l'auto che abbiamo noleggiato, che ha il cambio automatico e ha dichiarato di apprezzare molto la guida rilassata che questo permette (lo scrivo per i posteri!).
La cena è stata, finalmente, una bistecca (come l'ha battezzata Monica "di brontosauro") proprio di quelle che ci si aspetta negli USA (siamo in Arizona, patria di indiani e cowboy, non dimentichiamo!).
Alla fine della giornata eravamo, come al solito, stanchi ma contenti. Che bella vita, proprio così come dovrebbe essere!
PS per Cecilia: ha ragione WG, il cambio automatico è una splendida invenzione!!!
venerdì 29 luglio 2011
Le persone simpatiche di oggi
Prima di iniziare con il resoconto della giornata di oggi, dovrei aggiungere un'osservazione su quella di ieri.
In realtà dovrei aprire una nuova discussione perchè Mariano, ieri sera a cena, ha ordinato un caffè americano, per concludere, come la sera precedente. Commentando che "questo caffè è quello che ci vuole per concludere la cena e stare bene". Ora, fin qui, non ci sarebbe niente di strano, se non fosse che Mariano (lo stesso Mariano), prima di partire commentava affermando che lui avrebbe avuto problemi solo col caffè, perchè la brodaglia americana non sarebbe mai riuscito a mandarla giù.
E qui arriviamo alla discussione di oggi (a dirla tutta è di ieri): è meglio il caffè espresso o l'americano?
Personalmente li apprezzo entrambi, hanno funzioni diverse: il caffè americano per una giornata di lavoro, da sorseggiare con calma o tra un incontro e un altro, ci sta. Dopo cena l'espresso, secondo me, è il migliore.
Veniamo finalmente alla giornata di oggi che, in parte, è stata faticosa e in parte molto gratificante.
La sveglia alle 4 del mattino la metterei tra le cose faticose; il taxista Josef, invece, è stato molto carino: ci ha visto di fronte all'albergo che aspettavamo il taxi prenotato dall'albergo, ha fatto una inversione di marcia in mezzo alla strada, ci ha caricati e ci ha portati all'areoporto Kennedy (non è ancora chiaro se fosse lui il taxi prenotato o no, ma in qualsiasi caso GRAZIE JOSEF!).
Lo abbiamo pagato meno del famoso Prince e ci ha anche aiutato con i bagagli (cosa che il precedente non si era degnato di fare).
Arrivati al JFK airport alle 6 meno un quarto abbiamo fatto subito il check in con Alicia (ci ha chiamato lei allo sportello vedendoci un po' spaesati) e anche lei ci ha proprio coccolati: ha capito che eravamo insieme, in quattro, inesperti di voli interni e ci ha trovato 4 posti relativamente vicini (alla fine abbiamo avuto molto spazio a disposizione perchè c'erano due posti vuoti nella nostra stessa fila, quindi ci siamo allargati; anche qui, Monica pensa che Alicia lo sapesse e ci abbia collocato volutamente così... non so... apriamo una discussione?).
Al controllo di sicurezza abbiamo visto il famoso body scanner: a parte che devi togliere le scarpe e che tutti gli oggetti vanno sistemati sul nastro in modo che siano ben visibili (non tutti insieme nello stesso cestino come a Milano) lo scanner non è niente di trascendentale, ci si mette in posizione come dice la guardia e si seguono le sue instruzioni (olter che verbali, anche mimate, a prova di italiano in vacanza).
Beh, da non credere: non sono suonata! cioè quando sono passata io non ha suonato il marchingegno (eravamo già pronti a scene da film con la SWAT).
E qui, però, è d'obbligo aprire una discussione: è meglio il metal detector o il body scanner? Personalmente non ho dubbi: body scanner (ma mi tengo un giudizio di riserva per quando proverò l'areoporto al ritorno).
Dopo tutte queste incombenze, ormai alle 7 meno un quarto, ci è venuta una certa fame (non avevamo ancora fatto colazione!). Ci siamo fermati a un bar dell'areoporto in cui nell'ordine: abbiamo sbagliato la cup per il caffè (abbiamo usato quella della zuppa, invece di quella per il caffè), la commessa per i croissant faceva apposta a far finta di non capire e a parlare in modo incomprensibile (Monica parla come una americana: è impossibile non capire!!!)... ecco anche lì ci siamo immaginati la SWAT che ci assaltava per l'errore con il bicchiere del caffè.
Dopo colazione giro breve per l'areoporto, dove comunque la maggior parte dei negozi era ancora chiusa e poi imbarco.
La piacevole sorpresa dello spazio a disposizione (GRAZIE ALICIA!) e il volo durato 5 ore per arrivare fino a Phoenix. Lì ritiro bagagli (anche questa volta arrivati tutti) e automobile.
Anche al ritiro dell'automobile abbiamo incontrato un signore molto simpatico (mi dispiace ma non ne conosco il nome, comunque GRAZIE!) che ci ha seguito in tutte le pratiche per il noleggio (che era già organizzato dall'italia) e ci ha consigliato un'auto più grande, facendo battute simpatiche sul fatto che noi italiani siamo abituati alle "Fiat Topolino" (detto per intendere che sono piccole) mentre in USA si può avere qualcosa di più grande, per stare più comodi con i bagagli e le persone.
Gli uomini erano dubbiosi all'inizio, ma quando si sono trovati nel parcheggio a mettere le valigie nel bagagliaio, hanno apprezzato la macchina un pochino più grande (anche se ci costerà di più).
Phoenix è una città di cui mi ricorderò il caldo! Appena messo il naso fuori da un luogo coperto si ha la sensazione che la pelle si stia raggrinzendo, ma non è lo stesso caldo di NY dove c'era anche un tasso di umidità pazzesco, qui è caldo ma non appiccicoso. Quindi via con la crema protezione altissima e vai col liscio!
Partiti in macchina guida Paolo che è il main driver e che sa già usare il cambio automatico (di cui sono dotate tutte le auto negli Usa). Qualche incertezza iniziale sul funzionamento degli accessori (ma la radio legge gli MP3? come si usa il cruise control che mantiene la velocità allo stesso livello di sicurezza senza stancare l'autista, come un pilota semi-automatico).
Da Phoenix siamo partiti per Flagstaff che è la città dove abbiamo prenotato l'albergo.
Viaggio tranquillo con alcuni scorci e anticipi di panorama tipo gran canyon molto suggestivi, quasi da togliere il fiato. Rispetto a NY un altro mondo: nella metropoli non is vede il cielo, tanto ci sono palazzi e grattacieli, nella città dell'Ariziona, invece, si vede tantissimo cielo (180° a tratti) le costruzioni sono basse e distribuite per il territorio in modo ordianto.
Ora si va a dormire e domani: Foresta pietrificata e Meteor Crater (non perdete la prossima puntata!)
Good night! and thankyou all!
In realtà dovrei aprire una nuova discussione perchè Mariano, ieri sera a cena, ha ordinato un caffè americano, per concludere, come la sera precedente. Commentando che "questo caffè è quello che ci vuole per concludere la cena e stare bene". Ora, fin qui, non ci sarebbe niente di strano, se non fosse che Mariano (lo stesso Mariano), prima di partire commentava affermando che lui avrebbe avuto problemi solo col caffè, perchè la brodaglia americana non sarebbe mai riuscito a mandarla giù.
E qui arriviamo alla discussione di oggi (a dirla tutta è di ieri): è meglio il caffè espresso o l'americano?
Personalmente li apprezzo entrambi, hanno funzioni diverse: il caffè americano per una giornata di lavoro, da sorseggiare con calma o tra un incontro e un altro, ci sta. Dopo cena l'espresso, secondo me, è il migliore.
Veniamo finalmente alla giornata di oggi che, in parte, è stata faticosa e in parte molto gratificante.
La sveglia alle 4 del mattino la metterei tra le cose faticose; il taxista Josef, invece, è stato molto carino: ci ha visto di fronte all'albergo che aspettavamo il taxi prenotato dall'albergo, ha fatto una inversione di marcia in mezzo alla strada, ci ha caricati e ci ha portati all'areoporto Kennedy (non è ancora chiaro se fosse lui il taxi prenotato o no, ma in qualsiasi caso GRAZIE JOSEF!).
Lo abbiamo pagato meno del famoso Prince e ci ha anche aiutato con i bagagli (cosa che il precedente non si era degnato di fare).
Arrivati al JFK airport alle 6 meno un quarto abbiamo fatto subito il check in con Alicia (ci ha chiamato lei allo sportello vedendoci un po' spaesati) e anche lei ci ha proprio coccolati: ha capito che eravamo insieme, in quattro, inesperti di voli interni e ci ha trovato 4 posti relativamente vicini (alla fine abbiamo avuto molto spazio a disposizione perchè c'erano due posti vuoti nella nostra stessa fila, quindi ci siamo allargati; anche qui, Monica pensa che Alicia lo sapesse e ci abbia collocato volutamente così... non so... apriamo una discussione?).
Al controllo di sicurezza abbiamo visto il famoso body scanner: a parte che devi togliere le scarpe e che tutti gli oggetti vanno sistemati sul nastro in modo che siano ben visibili (non tutti insieme nello stesso cestino come a Milano) lo scanner non è niente di trascendentale, ci si mette in posizione come dice la guardia e si seguono le sue instruzioni (olter che verbali, anche mimate, a prova di italiano in vacanza).
Beh, da non credere: non sono suonata! cioè quando sono passata io non ha suonato il marchingegno (eravamo già pronti a scene da film con la SWAT).
E qui, però, è d'obbligo aprire una discussione: è meglio il metal detector o il body scanner? Personalmente non ho dubbi: body scanner (ma mi tengo un giudizio di riserva per quando proverò l'areoporto al ritorno).
Dopo tutte queste incombenze, ormai alle 7 meno un quarto, ci è venuta una certa fame (non avevamo ancora fatto colazione!). Ci siamo fermati a un bar dell'areoporto in cui nell'ordine: abbiamo sbagliato la cup per il caffè (abbiamo usato quella della zuppa, invece di quella per il caffè), la commessa per i croissant faceva apposta a far finta di non capire e a parlare in modo incomprensibile (Monica parla come una americana: è impossibile non capire!!!)... ecco anche lì ci siamo immaginati la SWAT che ci assaltava per l'errore con il bicchiere del caffè.
Dopo colazione giro breve per l'areoporto, dove comunque la maggior parte dei negozi era ancora chiusa e poi imbarco.
La piacevole sorpresa dello spazio a disposizione (GRAZIE ALICIA!) e il volo durato 5 ore per arrivare fino a Phoenix. Lì ritiro bagagli (anche questa volta arrivati tutti) e automobile.
Anche al ritiro dell'automobile abbiamo incontrato un signore molto simpatico (mi dispiace ma non ne conosco il nome, comunque GRAZIE!) che ci ha seguito in tutte le pratiche per il noleggio (che era già organizzato dall'italia) e ci ha consigliato un'auto più grande, facendo battute simpatiche sul fatto che noi italiani siamo abituati alle "Fiat Topolino" (detto per intendere che sono piccole) mentre in USA si può avere qualcosa di più grande, per stare più comodi con i bagagli e le persone.
Gli uomini erano dubbiosi all'inizio, ma quando si sono trovati nel parcheggio a mettere le valigie nel bagagliaio, hanno apprezzato la macchina un pochino più grande (anche se ci costerà di più).
Phoenix è una città di cui mi ricorderò il caldo! Appena messo il naso fuori da un luogo coperto si ha la sensazione che la pelle si stia raggrinzendo, ma non è lo stesso caldo di NY dove c'era anche un tasso di umidità pazzesco, qui è caldo ma non appiccicoso. Quindi via con la crema protezione altissima e vai col liscio!
Partiti in macchina guida Paolo che è il main driver e che sa già usare il cambio automatico (di cui sono dotate tutte le auto negli Usa). Qualche incertezza iniziale sul funzionamento degli accessori (ma la radio legge gli MP3? come si usa il cruise control che mantiene la velocità allo stesso livello di sicurezza senza stancare l'autista, come un pilota semi-automatico).
Da Phoenix siamo partiti per Flagstaff che è la città dove abbiamo prenotato l'albergo.
Viaggio tranquillo con alcuni scorci e anticipi di panorama tipo gran canyon molto suggestivi, quasi da togliere il fiato. Rispetto a NY un altro mondo: nella metropoli non is vede il cielo, tanto ci sono palazzi e grattacieli, nella città dell'Ariziona, invece, si vede tantissimo cielo (180° a tratti) le costruzioni sono basse e distribuite per il territorio in modo ordianto.
Ora si va a dormire e domani: Foresta pietrificata e Meteor Crater (non perdete la prossima puntata!)
Good night! and thankyou all!
giovedì 28 luglio 2011
oggi... giornata zen
Siamo partiti questa mattina con tanti buoni propositi per un giro a piedi da sud a nord di NY e ritorno, dopo circa 15 minuti di cammianta in un clima subtropicale con umidità altissime e temperature marziane, abbiamo avuto un'illuminazione: prendiamo la metropolitana (famosissima) di NY.
Allora, a parte il fatto che sulla banchina di attesa fa più caldo che su mercurio (mentre naturalmente sulle carrozze è il polo nord), l'ambiente è molto... vintage (non so come rendere l'idea meglio di così).
Le pareti piastrellate da macelleria, i gradini con pedata baby e i soffitti a putrelle di ferro... però le macchinette per i biglietti sono tutte funzionanti, i treni sono in orario, ci sono molte linee e in versione extrafast (fa solo alcune fermate principali) o local (tutte le fermate). $2.50 per due ore di biglietto.
Arrivati a Central Park ci immergiamo nella verzura e... refrigerio! Un altro clima, un altro mondo, un'altra città!
Venticello che coccola, vista incantevole su laghetto con papere e tartarughe, tra le piante del parco scoiattoli che si mettono in posa per le foto. Molto zen!
Sopraffatti ci siamo fermati "un attimo" e abbiamo scoperto com'era bello anche non fare niente.
Ispirati camminiamo tra prati, rocce, campi da baseball, giochi per bambini con tanti gruppi (credo centri estivi) di marmocchi vocianti, saxofonisti, altri artisti.
Naturalmente, di rito, foto (una marea) in ogni angolo, ma soprattutto sul ponticello (ambientazione di tanti film, ma per Monica è particolarmente significativo per "C'è posta per te").
Pranzo con hot dog (come ci siamo ambientati bene!) da cammino e successivo secondo tempo, seduti in un barettino. Mariano ha provato una Cesar's Salad e non ha gradito il parmigiano (schizzinoso...).
A proposito di esperienze culinarie. Attenzione al burro di arachidi: può provocare dipendenza! (ho ben capito perchè Brad Pitt, in "Vi presento Joe Black" si alza di notte per andare a cercare il burro di noccioline!). Ma anche il Gallone Man (che ieri sera ha dissetato gli uomini continuando a riempire i bicchieri d'acqua) provoca una certa sindrome di astinenza (devo dire che soprattutto Paolo ne ha risentito!).
Torniamo a Central Park...da lì abbiamo ripreso la metropolitana (con sublimazione e refrigerazione compresi) e siamo arrivati a Battery Park (a sud dell'isola di Manhattan).
Il giro turistico ha toccato, appunto Battery Park, Wall Street, Ground Zero, Community Center e ritorno in camera. Risultato: sfiniti ma contenti!
A Wall Street abbiamo incontrato degli agenti della SWAT (a cui gli uomini non hanno chiesto di poter fare la foto) e il più bel negozio Tiffany del mondo!
Ground Zero è stato emozionante anche se non si può vedere niente, al momento, perchè sono in costruzione due nuove torri (un po' spostate rispetto rispetto a quelle originali e più alte delle precedenti).
Ho pensato ai ragazzi dell'Ipsia (1^E e 1^M) con cui abbiamo rappresentato "Le risposte della mia vita" in cui era presente un riferimento agli eventi dell'11 settembre... ragazzi, qui si stanno riorganizzando, le macerie non sono rimaste solo a ricordo di una ferita che brucia ancora, ma sono servite per rinascere (come un fenice!).
Il percorso per il rientro in albergo è stato un po' faticoso, perchè siamo tutti un po' cotti. Ma dopo una doccia si comincia a ragionare.
Ora cena e poi nanna presto, domani mattina sveglia presto e aereo per Phoenix... si inizia il giro dei geologi!
Good Night!
PS per Sara: dopo due giorni con le Reebok ReeTone (quelle per tonifcare gambe e glutei), sono sfinita, ma ho le chiappette di granito!
Allora, a parte il fatto che sulla banchina di attesa fa più caldo che su mercurio (mentre naturalmente sulle carrozze è il polo nord), l'ambiente è molto... vintage (non so come rendere l'idea meglio di così).
Le pareti piastrellate da macelleria, i gradini con pedata baby e i soffitti a putrelle di ferro... però le macchinette per i biglietti sono tutte funzionanti, i treni sono in orario, ci sono molte linee e in versione extrafast (fa solo alcune fermate principali) o local (tutte le fermate). $2.50 per due ore di biglietto.
Arrivati a Central Park ci immergiamo nella verzura e... refrigerio! Un altro clima, un altro mondo, un'altra città!
Venticello che coccola, vista incantevole su laghetto con papere e tartarughe, tra le piante del parco scoiattoli che si mettono in posa per le foto. Molto zen!
Sopraffatti ci siamo fermati "un attimo" e abbiamo scoperto com'era bello anche non fare niente.
Ispirati camminiamo tra prati, rocce, campi da baseball, giochi per bambini con tanti gruppi (credo centri estivi) di marmocchi vocianti, saxofonisti, altri artisti.
Naturalmente, di rito, foto (una marea) in ogni angolo, ma soprattutto sul ponticello (ambientazione di tanti film, ma per Monica è particolarmente significativo per "C'è posta per te").
Pranzo con hot dog (come ci siamo ambientati bene!) da cammino e successivo secondo tempo, seduti in un barettino. Mariano ha provato una Cesar's Salad e non ha gradito il parmigiano (schizzinoso...).
A proposito di esperienze culinarie. Attenzione al burro di arachidi: può provocare dipendenza! (ho ben capito perchè Brad Pitt, in "Vi presento Joe Black" si alza di notte per andare a cercare il burro di noccioline!). Ma anche il Gallone Man (che ieri sera ha dissetato gli uomini continuando a riempire i bicchieri d'acqua) provoca una certa sindrome di astinenza (devo dire che soprattutto Paolo ne ha risentito!).
Torniamo a Central Park...da lì abbiamo ripreso la metropolitana (con sublimazione e refrigerazione compresi) e siamo arrivati a Battery Park (a sud dell'isola di Manhattan).
Il giro turistico ha toccato, appunto Battery Park, Wall Street, Ground Zero, Community Center e ritorno in camera. Risultato: sfiniti ma contenti!
A Wall Street abbiamo incontrato degli agenti della SWAT (a cui gli uomini non hanno chiesto di poter fare la foto) e il più bel negozio Tiffany del mondo!
Ground Zero è stato emozionante anche se non si può vedere niente, al momento, perchè sono in costruzione due nuove torri (un po' spostate rispetto rispetto a quelle originali e più alte delle precedenti).
Ho pensato ai ragazzi dell'Ipsia (1^E e 1^M) con cui abbiamo rappresentato "Le risposte della mia vita" in cui era presente un riferimento agli eventi dell'11 settembre... ragazzi, qui si stanno riorganizzando, le macerie non sono rimaste solo a ricordo di una ferita che brucia ancora, ma sono servite per rinascere (come un fenice!).
Il percorso per il rientro in albergo è stato un po' faticoso, perchè siamo tutti un po' cotti. Ma dopo una doccia si comincia a ragionare.
Ora cena e poi nanna presto, domani mattina sveglia presto e aereo per Phoenix... si inizia il giro dei geologi!
Good Night!
PS per Sara: dopo due giorni con le Reebok ReeTone (quelle per tonifcare gambe e glutei), sono sfinita, ma ho le chiappette di granito!
mercoledì 27 luglio 2011
Ma ti rendi conto????
Sveglia stamattina (ancora aria condizionata a manetta ovunque?!?!?!) e colazione. Mariano si aspettava uova e becon invece a NY si mangia più europeo: corn flakes, caffè, marmellata, dolci, yogurt, burro di arachidi (meravigliosa esperienza gustativa, ma 10.000 calorie al milligrammo!).
Pronti per partire stabiliamo un programma ambizioso: empire, circleline, macy's, cena e a letto.
Da non credere ma ce l'abbiamo fatta! Nel tragitto abbiamo visto anche un pezzo di Fifth Ave (ma non abbiamo trovato Tiffany).
L'Empire State building, a parte la coda per entrare (ma negli Usa metà del tempo passa in coda per qualcosa), è un'emozione di rara bellezza. Ci si trova sul tetto del mondo!
Dai quattro lati si possono ammirare le principali attrazioni dall'alto e, avendo il coraggio di guardare in basso, si può osservare la vita cittadina, colma di taxi gialli, auto, pedoni, sirene NYPD, eccetera.
Tutto quello che abbiamo visto ci ha ricordato dei film: C'è posta per te, What Woman Want, La vendetta di Porter, Se scappi ti sposo, Pretty Woman, Sex and the City, King Kong, Gossip Girl, The Day After Tomorrow... . praticamente ad ogni passo era una citazione (Monica sa tutte le battute a memoria di "C'è posta per te"... chissà perchè?).
Con la Circle Line abbiamo fatto tutto il giro di tutte le isole anche in questo caso si vedono una quantità di luoghi famosi. La statua della libertà, i grattaceli, alcuni edifici storici...
Apro una nuova discussione: Shutter Island (il film) è girato su un isola a largo di Manhattan?
Girando per la città ci siamo trovati in Time Square (wow!) e siamo entrati da Starbucks (Mariano si chiede:"perchè quando chiedi un ice coffee, poi ti fanno altre domande che non capisci?").
Paolo e Mariano hanno incontrato due poliziotti e si sono fatti una foto con tanto di auto NYPD (Strasky & Hutc).
Tornati dal giro delle isole, Bronx compreso, abbiamo fatto tappa da Macy's (anche qui un indovinello facile facile: chi dei 4 è andato a visitare il "negozietto" e chi no?).
Io e Monica abbiamo incontrato una personal make-up che ci ha truccate entrambe... che bel momento di coccola! E che persona simpatica!
Un solo peccato: avevamo un'ora "d'aria" e l'abbiamo utilizzata quasi tutta con Ita (la personal make-up).
Uscite da macy's (ma un piccolo giro lo abbiamo fatto, ho anche acquistato una sciarpina anti-aria condizionata) ci siamo incammianti verso l'albergo.
Nel tragitto ci siamo fermati a cena in un locale dove Paolo ha trovato la formula magica per farci sempre riempire di acqua naturale i bicchieri (pare gratuitamente). Abbiamo giocato a farci riempire i biccheiri dall'uomo del gallone (ormai lo abbiamo battezzato così). In realtà non ci versava solo l'acqua, ma in pochi secondi sgomberava il tavolo da qualsiasi cianfrusaglia (piatti, cartacce, ecc.).
Anche in questo caso siamo tornati in albergo per la nanna.
Attualmente Mariano ha il cervello annacquato, Paolo ha paura di vuotare il bicchiere dell'acqua per timore che arrivi il gallone man a riempirlo, Monica sogna il massaggio e a me cola il mascara dal ridere.
good night!
Pronti per partire stabiliamo un programma ambizioso: empire, circleline, macy's, cena e a letto.
Da non credere ma ce l'abbiamo fatta! Nel tragitto abbiamo visto anche un pezzo di Fifth Ave (ma non abbiamo trovato Tiffany).
L'Empire State building, a parte la coda per entrare (ma negli Usa metà del tempo passa in coda per qualcosa), è un'emozione di rara bellezza. Ci si trova sul tetto del mondo!
Dai quattro lati si possono ammirare le principali attrazioni dall'alto e, avendo il coraggio di guardare in basso, si può osservare la vita cittadina, colma di taxi gialli, auto, pedoni, sirene NYPD, eccetera.
Tutto quello che abbiamo visto ci ha ricordato dei film: C'è posta per te, What Woman Want, La vendetta di Porter, Se scappi ti sposo, Pretty Woman, Sex and the City, King Kong, Gossip Girl, The Day After Tomorrow... . praticamente ad ogni passo era una citazione (Monica sa tutte le battute a memoria di "C'è posta per te"... chissà perchè?).
Con la Circle Line abbiamo fatto tutto il giro di tutte le isole anche in questo caso si vedono una quantità di luoghi famosi. La statua della libertà, i grattaceli, alcuni edifici storici...
Apro una nuova discussione: Shutter Island (il film) è girato su un isola a largo di Manhattan?
Girando per la città ci siamo trovati in Time Square (wow!) e siamo entrati da Starbucks (Mariano si chiede:"perchè quando chiedi un ice coffee, poi ti fanno altre domande che non capisci?").
Paolo e Mariano hanno incontrato due poliziotti e si sono fatti una foto con tanto di auto NYPD (Strasky & Hutc).
Tornati dal giro delle isole, Bronx compreso, abbiamo fatto tappa da Macy's (anche qui un indovinello facile facile: chi dei 4 è andato a visitare il "negozietto" e chi no?).
Io e Monica abbiamo incontrato una personal make-up che ci ha truccate entrambe... che bel momento di coccola! E che persona simpatica!
Un solo peccato: avevamo un'ora "d'aria" e l'abbiamo utilizzata quasi tutta con Ita (la personal make-up).
Uscite da macy's (ma un piccolo giro lo abbiamo fatto, ho anche acquistato una sciarpina anti-aria condizionata) ci siamo incammianti verso l'albergo.
Nel tragitto ci siamo fermati a cena in un locale dove Paolo ha trovato la formula magica per farci sempre riempire di acqua naturale i bicchieri (pare gratuitamente). Abbiamo giocato a farci riempire i biccheiri dall'uomo del gallone (ormai lo abbiamo battezzato così). In realtà non ci versava solo l'acqua, ma in pochi secondi sgomberava il tavolo da qualsiasi cianfrusaglia (piatti, cartacce, ecc.).
Anche in questo caso siamo tornati in albergo per la nanna.
Attualmente Mariano ha il cervello annacquato, Paolo ha paura di vuotare il bicchiere dell'acqua per timore che arrivi il gallone man a riempirlo, Monica sogna il massaggio e a me cola il mascara dal ridere.
good night!
preoccupati?
Il viaggio in aereo è lunghissimo... è andata bene ma abbiamo subìto l'aria condizionata freddissima sulla cervicale e nessuno qui ha più vent'anni!
A parte questo abbiamo apprezzato: i bagni pulitissimi dell'areoporto di Monaco (ma poi la biblica puntualità tedesca si è disconfermata alla partenza per New York, con un'ora di ritardo!).
I famosi controlli anti-terrorismo in Italia sono meno imponenti di quanto non venga raccontato dalle leggende metropilitane, ma nonostante questo vi faccio un indovinello (facile facile): sapendo che siamo in 4 (due uomini e due donne), una coppia ha già visitato gli stati uniti e quindi ha più familiarità con i controlli di rito in aeroporto; passiamo tutti dal metal detector, uno solo suona: chi è?
Forza, è molto facile: io, naturalmente!
Monica mi ha convinto che sia stata colpa del ferretto del reggiseno... vabbeh...
Vi propongo un argomento di discussione apertissima: il peso dei bambini in aereo. Qui si è combattuti tra la teneritudine e la molestiade (che tradotto significa "che carino" oppure "che rottura"). Parliamone.
Dulcis in fundo complimenti al pilota tedesco che, atterrando a NY (aeroporto di Newark) ha inchiodato le ruote, sgommando e forse usando il leva (l'applauso finale è stato liberatorio).
Al controllo immigrazione ci eravamo preparati le risposte a quasi tutte le domande che avrebbero potuto farci ("where are you from?", "Is it the first in USA?", "Reason of the trip?") ma l'agente non ci ha praticamente chiesto niente!! In compenso ci hanno schedato con impronte digitali e foto.
Vabbeh, ieri sera non sono riuscita a scrivere niente perchè siamo arrivati in albergo (Confort Inn Manhattan Bridge, merita!)... ah e il taxi! Alla guida un certo Prince che ci ha fatto salire su un'auto enorme ma molto malandata, con sedili sfondati, soffitto bucato, tracce ematiche sul vetro del portello anteriore, no aria condizionata, insomma tutti i confort! (con quello che abbiamo pagato....)
Stavo dicendo che siamo arrivati, abbiamo mangiato in un ristorante italiano (pizza buona, per essere americana) e poi siamo cascati dal sonno!
bye bye
A parte questo abbiamo apprezzato: i bagni pulitissimi dell'areoporto di Monaco (ma poi la biblica puntualità tedesca si è disconfermata alla partenza per New York, con un'ora di ritardo!).
I famosi controlli anti-terrorismo in Italia sono meno imponenti di quanto non venga raccontato dalle leggende metropilitane, ma nonostante questo vi faccio un indovinello (facile facile): sapendo che siamo in 4 (due uomini e due donne), una coppia ha già visitato gli stati uniti e quindi ha più familiarità con i controlli di rito in aeroporto; passiamo tutti dal metal detector, uno solo suona: chi è?
Forza, è molto facile: io, naturalmente!
Monica mi ha convinto che sia stata colpa del ferretto del reggiseno... vabbeh...
Vi propongo un argomento di discussione apertissima: il peso dei bambini in aereo. Qui si è combattuti tra la teneritudine e la molestiade (che tradotto significa "che carino" oppure "che rottura"). Parliamone.
Dulcis in fundo complimenti al pilota tedesco che, atterrando a NY (aeroporto di Newark) ha inchiodato le ruote, sgommando e forse usando il leva (l'applauso finale è stato liberatorio).
Al controllo immigrazione ci eravamo preparati le risposte a quasi tutte le domande che avrebbero potuto farci ("where are you from?", "Is it the first in USA?", "Reason of the trip?") ma l'agente non ci ha praticamente chiesto niente!! In compenso ci hanno schedato con impronte digitali e foto.
Vabbeh, ieri sera non sono riuscita a scrivere niente perchè siamo arrivati in albergo (Confort Inn Manhattan Bridge, merita!)... ah e il taxi! Alla guida un certo Prince che ci ha fatto salire su un'auto enorme ma molto malandata, con sedili sfondati, soffitto bucato, tracce ematiche sul vetro del portello anteriore, no aria condizionata, insomma tutti i confort! (con quello che abbiamo pagato....)
Stavo dicendo che siamo arrivati, abbiamo mangiato in un ristorante italiano (pizza buona, per essere americana) e poi siamo cascati dal sonno!
bye bye
domenica 17 luglio 2011
Gli uomini la fanno breve
C'è voluto tutto il giorno, ma alla fine sono riuscita a convincerlo a iniziare a pensare agli oggetti necessari per il viaggio (vestiti, scarpe, accessori ecc.). Risultato: la sua valigia è pronta, la mia è ancora un disastro, senza contare che le cose che serviranno a entrambi, mi ha magnanimamente detto, posso metterle io nella mia perchè nella sua non ci stanno!
Dopo un giro di mail, scopro che anche Paolo è pronto... mi sono persa qualcosa?!?!?!?
ecco lo scambio di messaggi tra i due:
vabbeh, mi perplimo e lascio ai posteri...
kiss
Manu
Dopo un giro di mail, scopro che anche Paolo è pronto... mi sono persa qualcosa?!?!?!?
ecco lo scambio di messaggi tra i due:
vabbeh, mi perplimo e lascio ai posteri...
kiss
Manu
sabato 16 luglio 2011
I've got it!
Per la serie "lo sapevate che..."
Beh, io non lo sapevo ma le valigie, quando si parte per gli Stati Uniti, possono avere una chiusura di sicurezza (chiamata TSA) che permette di chiudere il bagaglio con la combinazione, ma attraverso una piccola serratura, è controllabile dagli addetti alla dogana. Insomma non ti distruggono la valigia al controllo di sicurezza. Niente male, no?
Ecco, io oggi ho imparato una cosa nuova e ho anche una valigia nuova!
Resta giusto il tempo per riempirla!
A presto
Manu
P.S. Un super grazie a Sara che mi accorcerà i pantaloni da escursione!
Beh, io non lo sapevo ma le valigie, quando si parte per gli Stati Uniti, possono avere una chiusura di sicurezza (chiamata TSA) che permette di chiudere il bagaglio con la combinazione, ma attraverso una piccola serratura, è controllabile dagli addetti alla dogana. Insomma non ti distruggono la valigia al controllo di sicurezza. Niente male, no?
Ecco, io oggi ho imparato una cosa nuova e ho anche una valigia nuova!
Resta giusto il tempo per riempirla!
A presto
Manu
P.S. Un super grazie a Sara che mi accorcerà i pantaloni da escursione!
domenica 10 luglio 2011
La festa comincia quando...
Ciao!
La festa comincia quando... arrivano i biglietti!
Ebbene sì, sono arrivati i biglietti aerei per il viaggio che faremo quest'anno: USA.
Si parte tra due settimane: oggi abbiamo compilato una cheklist delle cose da fare e abbiamo terminato gli utlimi controlli. Paolo (uno dei compagni di viaggio) ha preparato tutto! Mappe, carte, percorsi, idee ... tutto!
Non resta che imbarcarsi.
A presto!
La festa comincia quando... arrivano i biglietti!
Ebbene sì, sono arrivati i biglietti aerei per il viaggio che faremo quest'anno: USA.
Si parte tra due settimane: oggi abbiamo compilato una cheklist delle cose da fare e abbiamo terminato gli utlimi controlli. Paolo (uno dei compagni di viaggio) ha preparato tutto! Mappe, carte, percorsi, idee ... tutto!
Non resta che imbarcarsi.
A presto!
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