venerdì 29 luglio 2011

Le persone simpatiche di oggi

Prima di iniziare con il resoconto della giornata di oggi, dovrei aggiungere un'osservazione su quella di ieri.
In realtà dovrei aprire una nuova discussione perchè Mariano, ieri sera a cena, ha ordinato un caffè americano, per concludere, come la sera precedente. Commentando che "questo caffè è quello che ci vuole per concludere la cena e stare bene". Ora, fin qui, non ci sarebbe niente di strano, se non fosse che Mariano (lo stesso Mariano), prima di partire commentava affermando che lui avrebbe avuto problemi solo col caffè, perchè la brodaglia americana non sarebbe mai riuscito a mandarla giù.
E qui arriviamo alla discussione di oggi (a dirla tutta è di ieri): è meglio il caffè espresso o l'americano?
Personalmente li apprezzo entrambi, hanno funzioni diverse: il caffè americano per una giornata di lavoro, da sorseggiare con calma o tra un incontro e un altro, ci sta. Dopo cena l'espresso, secondo me, è il migliore.
Veniamo finalmente alla giornata di oggi che, in parte, è stata faticosa e in parte molto gratificante.
La sveglia alle 4 del mattino la metterei tra le cose faticose; il taxista Josef, invece, è stato molto carino: ci ha visto di fronte all'albergo che aspettavamo il taxi prenotato dall'albergo, ha fatto una inversione di marcia in mezzo alla strada, ci ha caricati e ci ha portati all'areoporto Kennedy (non è ancora chiaro se fosse lui il taxi prenotato o no, ma in qualsiasi caso GRAZIE JOSEF!).
Lo abbiamo pagato meno del famoso Prince e ci ha anche aiutato con i bagagli (cosa che il precedente non si era degnato di fare).
Arrivati al JFK airport alle 6 meno un quarto abbiamo fatto subito il check in con Alicia (ci ha chiamato lei allo sportello vedendoci un po' spaesati) e anche lei ci ha proprio coccolati: ha capito che eravamo insieme, in quattro, inesperti di voli interni e ci ha trovato 4 posti relativamente vicini (alla fine abbiamo avuto molto spazio a disposizione perchè c'erano due posti vuoti nella nostra stessa fila, quindi ci siamo allargati; anche qui, Monica pensa che Alicia lo sapesse e ci abbia collocato volutamente così... non so... apriamo una discussione?).
Al controllo di sicurezza abbiamo visto il famoso body scanner: a parte che devi togliere le scarpe e che tutti gli oggetti vanno sistemati sul nastro in modo che siano ben visibili (non tutti insieme nello stesso cestino come a Milano) lo scanner non è niente di trascendentale, ci si mette in posizione come dice la guardia e si seguono le sue instruzioni (olter che verbali, anche mimate, a prova di italiano in vacanza).
Beh, da non credere: non sono suonata! cioè quando sono passata io non ha suonato il marchingegno (eravamo già pronti a scene da film con la SWAT).
E qui, però, è d'obbligo aprire una discussione: è meglio il metal detector o il body scanner? Personalmente non ho dubbi: body scanner (ma mi tengo un giudizio di riserva per quando proverò l'areoporto al ritorno).
Dopo tutte queste incombenze, ormai alle 7 meno un quarto, ci è venuta una certa fame (non avevamo ancora fatto colazione!). Ci siamo fermati a un bar dell'areoporto in cui nell'ordine: abbiamo sbagliato la cup per il caffè (abbiamo usato quella della zuppa, invece di quella per il caffè), la commessa per i croissant faceva apposta a far finta di non capire e a parlare in modo incomprensibile (Monica parla come una americana: è impossibile non capire!!!)... ecco anche lì ci siamo immaginati la SWAT che ci assaltava per l'errore con il bicchiere del caffè.
Dopo colazione giro breve per l'areoporto, dove comunque la maggior parte dei negozi era ancora chiusa e poi imbarco.
La piacevole sorpresa dello spazio a disposizione (GRAZIE ALICIA!) e il volo durato 5 ore per arrivare fino a Phoenix. Lì ritiro bagagli (anche questa volta arrivati tutti) e automobile.
Anche al ritiro dell'automobile abbiamo incontrato un signore molto simpatico (mi dispiace ma non ne conosco il nome, comunque GRAZIE!) che ci ha seguito in tutte le pratiche per il noleggio (che era già organizzato dall'italia) e ci ha consigliato un'auto più grande, facendo battute simpatiche sul fatto che noi italiani siamo abituati alle "Fiat Topolino" (detto per intendere che sono piccole) mentre in USA si può avere qualcosa di più grande, per stare più comodi con i bagagli e le persone.
Gli uomini erano dubbiosi all'inizio, ma quando si sono trovati nel parcheggio a mettere le valigie nel bagagliaio, hanno apprezzato la macchina un pochino più grande (anche se ci costerà di più).
Phoenix è una città di cui mi ricorderò il caldo! Appena messo il naso fuori da un luogo coperto si ha la sensazione che la pelle si stia raggrinzendo, ma non è lo stesso caldo di NY dove c'era anche un tasso di umidità pazzesco, qui è caldo ma non appiccicoso. Quindi via con la crema protezione altissima e vai col liscio!
Partiti in macchina guida Paolo che è il main driver e che sa già usare il cambio automatico (di cui sono dotate tutte le auto negli Usa). Qualche incertezza iniziale sul funzionamento degli accessori (ma la radio legge gli MP3? come si usa il cruise control che mantiene la velocità allo stesso livello di sicurezza senza  stancare l'autista, come un pilota semi-automatico).
Da Phoenix siamo partiti per Flagstaff che è la città dove abbiamo prenotato l'albergo.
Viaggio tranquillo con alcuni scorci e anticipi di panorama tipo gran canyon molto suggestivi, quasi da togliere il fiato. Rispetto a NY un altro mondo: nella metropoli non is vede il cielo, tanto ci sono palazzi e grattacieli, nella città dell'Ariziona, invece, si vede tantissimo cielo (180° a tratti) le costruzioni sono basse e distribuite per il territorio in modo ordianto.
Ora si va a dormire e domani: Foresta pietrificata e Meteor Crater (non perdete la prossima puntata!)
Good night! and thankyou all!

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