Oggi inizia il tour geologi. Si parte con la Foresta Pietrificata: uno spettacolo di trochi che sembrerebbero ancora legnosi, invece sono pietrificati con cristalli e formazioni di selce di vari colori, davvero spettacolari e inconsueti.
Il viaggio per arrivare al parco è stato tranquillo (a parte due spie accese sul pannello dell'auto che non promettevano niente di buono a inizio mattinata, ma che si sono spente ad un certo punto). Abbiamo anche trovato un supermercato in cui fare spesa di viveri anti caldo (frutta e acqua). Alla cassa ho fatto la mia figura da turista ignorante: la cassiera mi ha chiesto se avessi la tessera punti e io le ho dato la carta di credito (ho capito solo la parola "card"...).
Se non ci fosse Monica...
Alla foresta pietrificata abbiamo fatto un po' di giri, la guardia del parco all'ingresso ci ha ripetuto più volte di non raccogliere nessun frammento, di nessun tipo o dimensione (forse guardando Paolo che solo all'idea aveva l'occhio malandrino).
I diversi percorsi prevedono anche di addentrarsi in valli scavate tra altre rocce (agglomerati, mi dicono) e di sono anche zone con rovine preistoriche indiane con resti di abitazioni e dipinti rupestri. Davvero merita di essere vista, anche se meno nota rispetto ad altre mete turistiche.
Il sole era un po' forte, ma ci siamo incremati per bene, per non bruciare (alla fine Mariano era abbrustolito, Monica crispy, Paolo e io un po' arrossati).
L'effetto vampiro (cioè la classica nuvoletta fantozziana che ci segue) ci ha un po' protetti, per alcuni tratti.
Dopo la foresta pietrificata abbiamo visitato Meteor crater (come dice il nome, il cratere di un meteorite). Da lontano sembrava una collina qualsiasi, poi si arriva al punto di osservazione e si vede questa voragine perfettamente tonda chiaramente provocata dalla collisione di qualcosa con il terreno. Solo che il diametro è di qualche centinaia di metri, quindi ci si immagina un oggetto molto grande! Paolo mi ha spiegato, invece, che il meteorite poteva anche non essere enorme, ma la forza dell'impatto crea crateri anche molto grandi.
Bello, ma rispetto alla foresta pietrificata meno intenso.
Mariano ha provato a guidare l'auto che abbiamo noleggiato, che ha il cambio automatico e ha dichiarato di apprezzare molto la guida rilassata che questo permette (lo scrivo per i posteri!).
La cena è stata, finalmente, una bistecca (come l'ha battezzata Monica "di brontosauro") proprio di quelle che ci si aspetta negli USA (siamo in Arizona, patria di indiani e cowboy, non dimentichiamo!).
Alla fine della giornata eravamo, come al solito, stanchi ma contenti. Che bella vita, proprio così come dovrebbe essere!
PS per Cecilia: ha ragione WG, il cambio automatico è una splendida invenzione!!!
Ho dimenticato due momenti esilaranti: uno all'ingresso di un parco, in cui la ranger ci chiede se vogliamo la guida e se la vogliamo in italiano (per aiutarci) e nessuno, tranne Monica, aveva capito cosa stava dicendo! (In quel momento era chiaro che, quando non conosci una lingua, nemmeno aiutarti non è facile!)
RispondiEliminaL'altro è stato un momento di quel cartone animato di Mariano che, uscendo dal parco in auto, lui alla guida, accosta alla stazione del ranger che fa doamnde di rito (tipo se ci è piaciuta la gita, se ci siamo trovati bene, se abbiamo portato fuori qualcosa di vietato ... ) e Mariano era convinto di aver dialogato con il ranger (ha anche commentato, alla fine "me la sono cavata bene"), mentre il ranger parlava con Monica seduta dietro al posto di guida!?!?!?!?